Nuova legge contro Cyberbullismo ispirata a quella dello stalking. I commenti da Rimini

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Entra oggi in vigore la nuova legge per la tutela dei minori e la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Formazione e conoscenza sono i due pilastri del provvedimento, spiega il deputato Pd romagnolo Tiziano Arlotti. “Composto da sette articoli, pone al centro la tutela dei minori (sia autori, sia vittime di illeciti), privilegiando azioni di carattere formativo-educativo rispetto ad un’impostazione repressiva e sanzionatoria. Viene riconosciuto il ruolo fondamentale della Polizia postale per combattere il fenomeno, con l’ulteriore stanziamento di 203 mila euro per gli anni 2017, 2018 e 2019 per lo svolgimento di attività di formazione in ambito scolastico e territoriale, finalizzate alla sicurezza dell’utilizzo di internet, alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo”.

Il cyberbullismo viene inteso come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on-line il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

“Viene mutuata dalla disciplina dello stalking la procedura dell’ammonimento – evidenzia Arlotti -, prevedendo che fino a quando non sia stata proposta querela o denuncia per i reati di diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati commessi mediante internet da minorenni tra i 14 e i 18 anni in danno di altri minorenni, il questore convochi il minore e un genitore o ad altro soggetto esercente la potestà genitoriale, ammonendolo”.

Ogni minore sopra i 14 anni, così come il genitore o soggetto esercente la responsabilità genitoriale, può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato del minore vittima di cyberbullismo. “Se entro le ventiquattro ore successive l’istanza non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del responsabile ed entro le quarantotto ore non abbia provveduto o non sia possibile individuare il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media, l’interessato può fare istanza al Garante per la protezione dei dati personali”.

In ogni istituto scolastico verrà individuato fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto, mentre presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sarà istituito un tavolo tecnico di lavoro per redigere un piano di azione integrato per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, nonché realizzare un sistema di raccolta dei dati per monitorare l’evoluzione dei fenomeni.

Secondo i dati più recenti, il cyberbullismo interessa il 7-8% della popolazione scolastica e, nonostante il bullismo incida per il 15%, colpisce più a fondo perché presenta un rischio più elevato di suicidi: il 50% di chi ammette di averlo subito dice di averci pensato, l'11% di averlo tentato, il 70% di aver fatto autolesionismo e una percentuale analoga di essere entrata in depressione.

Nel 2016 la Polizia postale dell'Emilia-Romagna ha ricevuto 19 denunce di minorenni vittime di adescamento online. Nelle scuole, la Postale ha realizzato durante l’anno 110 incontri sulla sicurezza online, parlando con oltre 12.000 studenti. Soprattutto a causa dei social network, poi, alla Postale sono arrivati 157 casi di diffamazione online, che hanno portato a denunciare 147 persone. Inoltre, sono stati controllati 168 siti, 21 dei quali avevano contenuti illeciti e di conseguenza sono stati oscurati. E ancora, 146 i casi di ”sex-extortion”, 173 furti di identita’ e 80 casi di molestie o persecuzioni online.

Il commento del Vicesindaco di RImini Gloria Lisi

“Più controlli, ma soprattutto la possibilità di dar voce ai ragazzi e di creare una rete che li protegga da una forma di violenza che non lascia lividi, ma capace di distruggere l’animo spesso fragile dei giovani. La legge contro il cyberbullismo che entra in vigore oggi rappresenta un passo avanti non solo dal punto di vista normativo, ma soprattutto dal punto di vista culturale, rispetto alla consapevolezza delle caratteristiche di un fenomeno subdolo, strisciante e che fatto salvo per i casi più eclatanti, esplode in pubblico, ma si consuma nel silenzio. Il provvedimento prevede in particolare tre novità, che danno maggiori strumenti alle vittime di cyberbullismo e consentono di ampliare la rete a loro sostegno: potrà essere direttamente il minore vittima di un sopruso on line a poter segnalare in modo semplice al sito o al social media il contenuto offensivo chiedendone, nei tempi fissati dalla legge stessa, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete. Se non lo fa il gestore, dopo opportune e tempestive verifiche, lo farà il Garante della Privacy. Il secondo aspetto interessa il ‘cyberbullo’, che potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Altro aspetto importante riguarda il il ruolo della scuola, che avrà il compito di individuare tra i propri docenti un referente chiamato a coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto e soprattutto, più in generale, dovrà formare il personale scolastico e promuovere azioni di educazione alla legalità e all'uso consapevole di internet. Non è certo una legge a poter risolvere un fenomeno così complesso, che prende di mira in particolare i giovani più fragili e vulnerabili, ma siamo di fronte ad una vera e propria sfida educativa che deve vedere la famiglia, primo e imprescindibile luogo di ‘formazione’ – interagire con le istituzioni, la scuola, le forze dell’ordine; una rete che deve fare un lavoro non solo di sostegno dei giovani, ma soprattutto di educazione, ognuno con le proprie competenze, ruoli, capacità. Sul nostro territorio questa sensibilità esiste, come dimostrano le tante iniziative e progetti promossi dai vari organismi e che coinvolgono ogni anno centinaia di ragazzi e di adulti, ma certi casi eclatanti anche recenti ci dimostrano quanto sia indispensabile tenere alta la guardia e proseguire nel lavoro di costruzione dell’uso consapevole degli strumenti del web, ma soprattutto per una generazione rispettosa degli altri e delle diversità, di qualsiasi tipo”.

   

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