Fucili modificati, richiami per uccelli vietati e spari vicino le case: il bilancio sulla caccia dei Carabinieri Forestali

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Dall’apertura ufficiale della caccia, il 16 settembre, e a domenica 21 ottobre, sono stati intensi e costanti i controlli dei Carabinieri Forestali, in tutta la Provincia di Rimini, per verificare che l'attività venatoria si svolgesse nel rispetto delle norme di legge e in piena sicurezza.

L’impegno di 55 pattuglie e 114 militari ha permesso l’esecuzione di 144 verifiche e accertamenti su 117 cacciatori. In generale il bilancio è stato positivo (solo 6% di controlli negativi) con  un approccio responsabile di buona parte dei cacciatori che hanno dimostrato  attenzione al rispetto delle norme; tuttavia non sono mancate le violazioni e la constatazione di criticità in alcune aree, quelle a maggiore densità abitativa, del nostro territorio. 

Le infrazioni più gravi sono state rilevate dai militari delle Stazione CC Forestale di Rimini (quattro notizie di reato) della Stazioni CC Forestale di Morciano di Romagna (una notizia di reato); i primi, al confine con la provincia di Forlì-Cesena, tra Bellaria e San Mauro Pascoli hanno scoperto alcuni cacciatori che utilizzavano richiami elettroacustici (FOTO 4), che non sono consentiti, e in una altana non custodita alcune cartucce abbandonate. I tre cacciatori scoperti sono stati denunciati all’A.G. e sono stati a loro sequestrati  quattro fucili semiautomatici da caccia e 271 cartucce oltre al richiamo elettroacustico (FOTO 1) e due capi abbattuti (un tordo bottaccio e un merlo, FOTO 3).

I CC forestali di Morciano di Romagna hanno invece individuato un cacciatore che utilizzava un’arma con modifiche non consentite (un fucile a canna liscia con serbatoio modificato); il cacciatore è stato deferito all’Autorità Giudiziaria e il fucile è stato sequestrato insieme a quattro cartucce (FOTO 5).

Sono stati poi rilevati cinque illeciti amministrativi per 770 euro: le principali contestazioni hanno riguardato la mancata compilazione del tagliando di uscita e il mancato rispetto della distanza dell’esercizio venatorio dalla viabilità e dalle abitazioni. 

La distanza di sparo dalle abitazioni e dalle strade costituisce senz’altro la fattispecie di segnalazione più frequente e recepita con maggiore disagio e irritazione dalle persone: 25 sono le segnalazioni giunte alla Centrale Operativa del 112 o al numero verde 1515 a cui è stato possibile dare immediato riscontro. Questa tipologia di illecito risulta non sempre di facile controllo per la possibilità che hanno i cacciatori di allontanarsi velocemente dal punto di sparo.  Il fatto più grave, con una segnalazione al momento contro ignoti, inviata all’autorità giudiziaria, resta il ferimento  di un ciclista lungo la ciclabile Marecchia in località Villa Verucchio in data 16 settembre.

Il ciclista ferito si è infatti presentato alla Stazione CC Forestale di Rimini pochi giorni dopo l’incidente, formalizzando la denuncia per lesioni personali colpose e per omissione di soccorso nei confronti dei cacciatori che, dalla sponda opposta del fiume, avevano sparato nella direzione della pista ciclabile. Il fatto fortunatamente senza gravi conseguenze (ferita di arma da fuoco al volto – pallino da caccia) è al vaglio degli inquirenti, anche in relazione a segnalazioni degli anni scorsi, per verificare eventuali responsabilità sulla  assenza di specifici divieti di caccia nell’area. In ogni caso i CC forestali stanno raccogliendo utili elementi per provvedere ad informare le autorità competenti in materia di pubblica sicurezza al fine di evitare ogni rischio ulteriore. 

Dichiarazione del Comandante del Gruppo CC Forestale di Rimini, Aldo Terzi: “i dati dimostrano la grande attenzione che stiamo dedicando, con le forze disponibili, al controllo dell’attività venatoria per la sicurezza dei cittadini e dei cacciatori stessi in un contesto di necessaria regolarità dell’esercizio venatorio all’interno dei limiti previsti dalla legge. Preoccupa molto il caso del ciclista ferito e la criticità già segnalata per la  ciclabile del Marecchia su entrambe le sponde.  Il nostro impegno continuerà poi con ancor maggiore intensità nei prossimi mesi nei quali si concentrerà la caccia di selezione agli ungulati; questo nella consapevolezza che tale attività, soprattutto quella svolta con il metodo della braccata, presenta un più alto livello di rischio per la presenza di un numerosi gruppi di cacciatori molto vicini tra loro e determina inoltre rilevanti movimenti di ungulati e di altri mammiferi protetti, con aumento dei rischi di incidenti sulle strade; in particolare, in alcuni limitati casi, preoccupa l’esercizio della braccata in aree a maggiore naturalità e poco antropizzate dove trovano un habitat favorevole alcuni esemplari di lupo che invece vengono così’ costretti a spostarsi in aree meno adatte, più antropizzate e dove sono presenti  allevamenti”.

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